Social Street Italia - Esperienze di partecipazione e cooperazione urbana ai beni comuni

Informazioni di contesto

Rilevante per - Cooperazione, partecipazione, responsabilità

Il modello Social street si prefigge di riattivare i legami sociali partendo dalla creazione di rapporti di conoscenza tra persone residenti nella stessa strada utilizzando il social network Facebook come facilitatore della comunicazione tra le persone. Ad oggi in Italia si contano più di 370 Social street ed altre sono nate all’estero. Il successo avuto da questa iniziativa ha portato alla realizzazione di un sito web Social Street Italia in cui, tra gli altri contenuti, sono state diffuse delle linee guida utili per favorire la loro trasferibilità e creati degli spazi di confronto.

Sintesi

La prima Social street ha origine dall’esperienza del gruppo facebook “Residenti in via Fondazza - Bologna”, creato nel settembre 2013 da Federico Bastiani, giornalista - residente appunto in via Fondazza -, con l’obiettivo di socializzare con gli abitanti del suo quartiere e favorire la nascita di una rete sociale che fosse di sostegno agli stessi membri del gruppo nell’affrontare i problemi quotidiani. 

Il gruppo, che ha coinvolto in breve tempo un‘importante numero di residenti (circa 300), ha avuto, oltre alla sua funzione più specifica di socializzazione, anche delle funzioni pratiche utili a fronteggiare problematiche comuni e quotidiane che la crisi economica rende di più difficile risoluzione come la rottura di un elettrodomestico, la ricerca di una baby sitter ecc. Infatti, il social network permette a chiunque sia iscritto al gruppo di postare una richiesta o un argomento ed ottenere una risposta immediata.

In breve tempo il modello è divenuto così funzionale da essere “condiviso” anche dai numerosi commercianti della zona che, aderendo all’iniziativa, hanno iniziato a prevedere sconti per i residenti. Ciò ha fatto sì che nascesse una vera e propria comunità che, passando dal virtuale al reale, ha organizzato e preso parte a numerosi momenti di socializzazione (feste in strada, social birthday ecc.)

Attraverso il sito è veicolata un’analisi dei punti di forza dell’iniziativa, tra cui certamente l’utilizzo di un social network, la territorialità ovvero la decisione di chiudere singoli gruppi facebook a residenti nello stesso quartiere, la gratuità di ognuna delle iniziative e la mancanza di una struttura, essendo ogni gruppo autogestito secondo le necessità del territorio di riferimento, l’inclusione ovvero la scelta di concentrare l’attenzione su ciò che unisce le persone, l’innovatività dell’esclusione di qualsiasi aspetto giuridico/economico. Viene inoltre considerato che l’utilizzo di un territorio come elemento aggregante abbia abbattuto le classi di appartenenza in cui di solito la società si divide (classi sociali, interessi, età).  

Il risultato dell’iniziativa è così positivo che anche il mondo Accademico ha mostrato interesse approfondendo con studi di settore la tematica e dando a Social Street l’endorsement ufficiale. Tra gli studiosi internazionali il sito social street riporta: 

Prof. Anthony Giddens (sociologist, professor and former director of London School of Economics) 

Prof. Marc Augé (anthropologist, former director Ecolé des études en Sciences Sociales di Parigi)

Prof. Pierpaolo Donati (professor of sociology at University of Bologna)

Prof. Stefano Zamagni (professor of economics at University of Bologna)

Prof. Anna Cossetta (sociologist, University of Genova)

Prof. Jacques T. Godbout (professeur  émérite en sociologie Université du Québec)

Fonti

 http://www.socialstreet.it/